lunedì 1 novembre 2010

You are lost little girl.

1.
Poi ho aperto gli occhi. Tutto aveva un odore particolarmente piacevole. Tutto appariva quasi avvolto da un alone di luce che ne evidenziava i contorni, le forme, l’aspetto. Forse stavo morendo, oppure era solo uno splendido sogno che sfiorava il reale. Non so per certo quale di queste opzioni fosse quella giusta però avrei voluto durasse in eterno. Sfregai con veemenza gli occhi, ancora pesanti e gonfi. Poi le mie mani scivolarono giù per le lenzuola di flanella. Sfiorarono una pelle estranea, calda e forte, resistente al tempo e alle circostanze. Ne accarezzarono i profili. Arrivate al fianco sinistro cercarono di tenere a freno quello che da sempre avevano desiderato. Quell’istinto quasi innato di stringere quello che apparentemente gli apparteneva. E poi cercare di arrivare a quell’organo così delicato e fragile, sfiorarlo con l’anima e catturarlo per sempre, quasi stregarlo. Era quello il mio intento, quello di chiunque magari, ma io mi ci ero messa d’impegno … da sempre.  Ero stata attenta, ma non era servito a molto. Avevo corso dei rischi, mi ero messa in gioco. Avevo capito che infondo ognuno aveva un buon pretesto per esprimere le sue ragioni, quelle che nella maggior parte dei casi non vanno bene ad entrambi. Adesso dovevo solo lasciarmi andare perché seguire sempre le *ragioni* proprie e degli altri alla fine ti fa andare fuori strada. Volevo protezione, volevo essere sfiorata e respirata, avrei voluto trattenere per sempre quell’immagine, arrivare infondo a quegli occhi ed essere stretta forte da quelle larghe spalle. Stava arrivando il mattino, ma non volevo svegliarmi per rimanere ancora li e dimenticare quello che c’era fuori da quella porta. Nella mia vita, fino a quel momento, ero stata circondata da uomini diversi, con anime diverse. Proprio loro, anche se indirettamente, mi avevano fatta crescere e maturare. Adesso ho capito quando smettere di credere in un cambiamento improvviso, ho dimenticato di pensare il modo in cui potrebbe evolversi una situazione, volevo sovvertire i sondaggi, volevo non essere la solita ragazza scontata con la sua banalissima storia d’amore, ma forse quello che conta non è il diversificarsi dagli altri ma essere se stessi, sempre. Alla fine la salita è stata lunga però il panorama, da qui su, merita. Questo panorama è andato contro tutti i miei pronostici, ma sono le sorprese, quelle che ti sconvolgono, le più belle e (in)aspettate …  

Sylvie

2 commenti:

  1. mi piace moooolto silvia, complimenti! :)

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  2. Grazie mille :)
    è uno dei tanti racconti che ho scritto.. spero di pubblicarli in questi giorni!

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